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So I asked them to smile: il sorriso è un linguaggio universale

Un sorriso è molto di più della contrazione di alcuni muscoli facciali che portano in su gli angoli della nostra bocca. Un sorriso, anche se costretto, trasforma tutto il viso e cambia anche la percezione che gli altri hanno di noi. A dimostrarlo l’ultimo progetto fotografico di Jay Weinstein, un fotografo di Mumbai.

Jay vive in India da quando aveva tre anni ma ha sempre viaggiato molto con la sua famiglia che lo ha abituato fin da piccolo alla scoperta e all’incontro con nuove culture.

Nel suo ultimo lavoro dal titolo: So I asked them to smile ha ritratto i volti di alcuni abitanti della città indiana di Bikaner Rajasthan. In un affollato mercato ha chiesto a un uomo di poterlo fotografare; nel momento in cui l’ha inquadrato nel suo mirino ha pensato che, se gli avesse chiesto di sorridere, l’immagine di quella persona avrebbe completamente cambiato il significato della sua fotografia. Così ha fatto. Dopo di lui ha continuato a collezionare ritratti, chiedendo ai soggetti due scatti: uno con il sorriso e uno senza.

sorriso
L’obiettivo di So I asked to smile (Così ho chiesto loro di sorridere) è quello di far percepire a chi guarda la foto quanto un sorriso possa ridurre la diffidenza che proviamo verso persone sconosciute.
Mostrare agli altri un bel sorriso è sinonimo di accoglienza ed empatia, un modo semplice di ridurre le distanze che ci separano da altre culture.
La galleria completa degli scatti del fotografo indiano Jay Weinstein è visibile sulla pagina Facebook dedicata al progetto dove per ogni foto è presente anche una breve didascalia con il racconto dell’incontro tra l’autore e il soggetto fotografato.
Una collezione di bellissimi sorrisi che in qualche modo ci suscitano immediatamente simpatia per gente che non conosciamo. L’esperimento sembra pienamente riuscito, quindi ricordatevi di esibire sempre il vostro migliore sorriso!

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